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mercoledì 23 dicembre 2015

Aforismi per Natale

Quando mai si riescono a trovare le parole giuste da dire nel momento giusto e alla persona giusta? Le parole sono sfuggenti, alle volte ti mancano... O magari manchi tu, proprio nel momento in cui le tue parole occorrevano alla grande. 
E così,  rubando un'idea creativa a Peggy Journal mi ritrovo seduta in una fredda sera invernale a creare gli Aforismi in Barattolo, pensierino a costo zero per amiche che pensano...troppo!
Pillole di saggezza a portata di mano da assumere con cautela solo in caso di necessità! :-)
Buon Natale a tutte amiche care! SMACK!






Materiale Usato: barattoli recuperati dai vasetti di tonno vuoti, animali di plastica rubati ai bambini, rafia e cartoncino per i biglietti.

Questa stupenda rivista pre creative che si chiama Peggy Mag la trovi qui:
http://www.deagostini.it/prodotti/peggy-mag

venerdì 16 ottobre 2015

L'autunno in una mano.

Piove una pioggia tranquilla e costante. Sono le dieci di mattina, ma la luce in cucina è accesa. In casa si sente solo il volare fastidioso di una zanzara oramai fuori stagione...
Poi butto lo sguardo sulla zucca già cotta, da spolpare. Adesso ce la vediamo io e te, penso.
Comincio col creare la giusta atmosfera, seminando sul tavolo bucce, noci, castagne e foglie secche... e poi si comincia ad impastare. L'autunno entra in una sola mano.




Per i temerari che si vogliono cimentare, ecco la ricetta presa in prestito da "Il quaderno del pane e delle focacce" di Gabriella Pecchia per Kellermann Editore.

200 gr di farina00
200 gr di farina manitoba
200 gr di farina di grano duro
200 gr di zucca cotta al forno, frullata e ben asciugata
25 gr di lievito di birra
un cucchiaino da tè di sale fino
1/2 cucchiaino da tè di zucchero
acqua quanto basta

Mescolare in una ciotola le farine setacciate e disporle a fontana. In un angolino mettere il sale.
Sciogliere il lievito in mezzo bicchiere di acqua tiepida e zucchero. Aggiungerlo alle farine e attendere 15 minuti affinché si attivi. Quando il lievito si sarà attivato (farà una sorta di schiumetta bella gonfia), cominciare a impastare versando acqua lentamente da una caraffa. Aggiungere anche la zucca e impastare fino ad ottenere una palla liscia e omogenea. 
Lasciare riposare per un'ora l'impasto riposto nella terrina, coperto da un canovaccio e chiuso in un sacchetto (oppure chiuso con coperchio, se la terrina ne è fornita).
Passato questo tempo lavorare nuovamente l'impasto per qualche minuto e dare la forma desiderata. Riporlo sulla teglia da forno e lasciarlo riposare nuovamente per circa 20 minuti. 
Scaldare il forno a 180/190 gradi. Quando la lievitazione è terminata infornare per circa 25/30 minuti. Girare poi sottosopra il pane e cuocerlo ancora per 6/7 minuti. Sfornare e appoggiarlo su una gratella a raffreddare.
Per esperienza fatta passando attraverso gioie infinite e terribili fallimenti mi sento di dire che ognuno conosce il proprio forno e si deve in tal senso regolare, considerando anche il fatto che più piccoli sono i panini, minore sarà il tempo necessario a cuocerli. 
Per gli amanti degli strumenti professionalissimi :-) consiglio l'utilizzo in cottura della pietra da pizza...provare per credere! ;-)





mercoledì 30 settembre 2015

Scrivere non costa nulla

Inutile nascondersi dietro a una foglia. Chi scrive in linea di massima ama farsi leggere. Mica per voglia di protagonismo. Non sempre almeno. Direi più per condividere, per emozionare, nel bene e nel male. Per avere conferme e "sconferme". Per vincere o perdere. 
E poi dicono che scrivere è terapeutico. Si scrive di sé. Si scrive di un altro sé. 
Scrivere ti restituisce ad un mondo in cui tutto è possibile.
Per tutti questi motivi ho deciso di infilare, tra aghi filo e tessuti vari, i racconti della fantasia. 
Chissà se è cosa buona e giusta. :-)


ANCHE TU TI CHIAMI ERNESTO

Quel giorno passavo per caso in via Arturo Aragosta e venni fermato dalla solita maledetta mia curiosità proprio di fronte al Palazzo delle Relazioni Pubbliche. Davanti alla porta d’ingresso del salottino di rappresentanza una lunga coda di gente attendeva ordinata il suo turno. La prima della fila era una donna sulla cinquantina, con lunghi capelli argentati raccolti a cipolla in cima alla testa e un abitino distinto da professoressa che la faceva sembrare un baccalà già essiccato...
Mentre stavo osservando incuriosito la varietà inspiegabile di soggetti che frequentavano quel luogo, un omino occhialuto si affacciò dalla finestra e chiamò a gran voce: “Margherita Gigliotti, Margherita Gigliotti si accomodi in fretta!”
Allora d’istinto tornai veloce con lo sguardo al baccalà piazzato davanti all’ingresso, ma, con mio grande stupore, quello non si mosse! Ad avanzare di gran passo fu invece una tipetta che stazionava più o meno a metà fila. Aveva l’aria di sapere il fatto suo. Camminava bella dritta e con passo sicuro e leggero, nonostante i tacchi a spillone e la borsa/valigia che portava appesa al braccio. Appena ebbe raggiunto l’ingresso, sparì. “Che roba”, pensai, quando l’occhialuto gridò di nuovo dalla finestra: “Ernesto Maltagliato, Ernesto Maltagliato si accomodi in fretta!”
“Porca puttana!!!”, Ernesto Maltagliato ero io!!! Guardai la fila, cercando di vedere se un mio omonimo stesse partendo di corsa verso la porta, ma niente. Avevano chiamato proprio me. Ma che volevano? L’omino non si muoveva di lì, anzi lo vidi che stava gridando di nuovo il mio nome, cosa che da sempre mi dà un fastidio cane. Primo perché mi ricorda mia madre quando, anche di domenica, mi chiamava alle sei in punto di mattina, alle sei in punto, dico, di domenica mattina!,  per farmi rasare i dieci metri quadri di prato davanti a casa. Secondo perché ho sempre detestato il mio cognome cazzuto! Ma come si fa a chiamarsi Maltagliato? Che poi oltre a essere il nome di una pasta, e fin qua lo si poteva pure accettare, a scuola lo usavano come cantilena ogni volta che mi beccavo un’insufficienza… Quindi, prima che quello arrivasse a metà di Ernesto, alzai la mano e mi tuffai con rabbia dentro a quella stanza.
E ora viene il bello. Praticamente ero finito dentro a un gioco, un perfido gioco. I partecipanti di quel turno eravamo io e quell’altra, la Margherita Gigliocci o Gigiocchi, anzi Gigliotti. Ma partiamo dall’inizio.
Tanto per cominciare, come fui dentro mi trovai subito a mio agio. La coda fuori sembrava sparita. Tutto era assolutamente in ordine, chiaro e pulito, direi formale. Una musica classica di sottofondo addolciva l’atmosfera e lasciava presagire a qualcosa di buono.
Margherita Gigliotti, che di qui in poi chiamerò, affettuosamente?, “La Gigliotta”, stava già seduta sul sofà bianco panna ed era intenta a scribacchiare messaggi sul suo cellulare. Mi diressi verso di lei, giusto per non essere maleducato, e mi presentai. “Buongiorno, mi chiamo Ernesto” e le tesi la mano. E quella sapete che disse??! “Buongiorno Maltagliato”, disse!,  irritandomi non poco, e poi continuò il suo lavoro di scrittrice dell’era tecnologica… Al che mi rimisi in tasca la mano mortificata, sentendomi in colpa per averla mandata al patibolo, e presi posto anche io sul sofà. La porta dalla quale eravamo entrati era ancora spalancata verso l’esterno, ma, come vi ho già detto, non riuscivo a vedere fuori. Le pareti erano colorate di un azzurro carta da zucchero molto leggero. Tutti i mobili erano bianco-panna come il sofà. I quadri, classici, appesi ai muri, rappresentavano paesaggi bucolici. L’aria profumava di vaniglia. In pratica, l’atmosfera era talmente soffice e rarefatta che per poco non presi sonno. A svegliarmi dal mio torpore fu il telefono della Gigliotta che partì d’improvviso tuonando un valzer di Strauss, che mai, dico mai!, fino ad allora avevo così detestato! Rollai sul divano, volteggiando il braccio in aria, scosso e fremente (ammetto che la scena deve essere stata alquanto ridicola…) e come mi volsi verso di lei, la vidi ridere col fare di chi ha pena di te!  Beh, chi mi conosce di certo indovinerà la mia reazione! Raccolsi in un lampo le poche risorse vitali che mi erano rimaste e le ficcai negli occhi lo sguardo più fetente, torbido e perverso che, riconosco pure io, avevo mai fatto in vita mia! In pratica ormai la credevo spacciata! Già la vedevo saltare in piedi, prendere le sue cose, uscire di corsa dalla porta. E invece quella, la Gigliotta, mi tornò un ghigno da topo, cigolando le seguenti quattro parole: “Non le piace Strauss?”
Ecco, che rispondi a una così? Stavo prendendo rincorsa, il viso vampava di rosso quando…
!GlinGlon! “Il Signor Ernesto Maltagliato passi nella stanza numero tre”.
“Ancora, cazzo! Ancora con sto Maltagliato! Vi autorizzo a chiamarmi Ernesto, Ernesto e basta!” Lo pensai solo, lo ammetto, ma credetemi che stavolta per poco non glielo gridavo in faccia.
Detto fatto, l’occhialuto mi prese sotto braccio e mi condusse attraverso un cunicolo all’interno di una topaia, che loro con coraggio chiamavano la stanza tre.
La luce quasi mancava. La poca che c’era entrava come di soppiatto dalle fessure delle vecchie imposte chiuse. Man mano che gli occhi si abituavano alla semi oscurità il caos che regnava nella stanza cominciava ad apparire in tutta la sua brutalità. Da ogni parte c’erano scatoloni accatastati, alcuni strabordanti, tutti ricoperti di polvere. Lungo le pareti, a correre, scaffali di legno grezzo pieni di libri e fascicoli.  Poi bauli, bauli e bauli, di ogni materiale, delle più svariate forge.
“Ah, eccoti qua Ernesto, vieni vieni, siediti comodo e dimmi, qual è il problema?…”
Secondo scossone della giornata! A breve distanza dal primo, tra l’altro. Se questo era parte del gioco, beh, non sarei arrivato a sera. L’energumeno che aveva parlato era uscito d’improvviso da dietro una catasta di scatoloni. Portava una pila di fascicoli in mano e andò ad appoggiarli su una scrivania!
“Qual è il problema?”, gli risposi, “L’unico problema che ho io è che mi trovo qua, senza sapere perché, e credimi, vorrei tanto capire cosa sta succedendo!”
“Beh, caro mio, se stai qua un motivo di certo c’è. Pensaci bene, Ernestino! Che stavi combinando?”
“Che stavo combinandooo? Beh, stavo passando per strada, ho visto una coda di soggetti alquanto improbabili, mi sono fermato e mi hanno trascinato dentro a questa storia, con una tra l’altro, la Gigliotta, che invece di stare qui ora con me in mezzo a sto lordume di cose, se ne sta ancora lì seduta comoda sul sofà a giocare col suo cazzo di telefonino… il quale per giunta per poco non mi faceva schiattare col suo trillo maledetto…”
“Io gliele canterei a quella, ma chi si crede di essere? Mica siamo a casa sua… Senti, va di là e diglielo che quel telefono o lo chiude o glielo metti tu in un posto dove non glielo trovano neppure se le fanno i raggi X!!!….”
“Guarda, hai capito tutto! E’ proprio quello che voglio fare! Ora vado…, da che parte?!”
“Di là, di là, suona che ti aprono.”
!GlinGlon!  “Chi va là?”
“Sono Ernesto” 
“Ernesto chi?”
“Maltagiato, Ernesto Maltagliatooo…”
!Clack! Fece la mastodontica serratura. “Benvenuto nella stanza numero due, Maltagliato!”
La porta di scatto si socchiuse lasciando intravedere un poco più di luce. Una luce artificiale, però. La stanza era assolutamente vuota. C’era solo una scrivania bianca, sgombra di carte o cancelleria, ma con una lampada anch’essa bianca, molto forte, che era l’unica fonte di luce, poi una sedia dove stava seduto un notaio (almeno credo che fosse un notaio, la faccia ce l’aveva tutta!) e un’altra sedia, dove mi disse che dovevo accomodarmi io.
“Bene Maltagliato, mi dica che intende rispondere alla signorina Gigliotti.”
“Prego?”
“Non facciamo notte, Maltagliato, mi dica che ha deciso di rispondere alla Gigliotti!”
Ho pensato subito che forse a questi gli mancava qualcosa, nel cervello intendo. Decisi che era meglio dargli corda, si fa così coi matti, no?...
“Beh, guardi, le risponderò molto chiaramente che se non spegne quel maledetto telefono glielo infilo diretto a mo’ di supposta nello sfintere, e poi vediamo se continuerà a piacerle Strauss! Ora posso andare?”
“Ma che dice, ma che dice, Maltagliato! Ma senta la posso intanto chiamare solo Ernesto?”
“Ach, direi che è meglio…”
“Caro Ernesto, ma le pare modo di rispondere a una signorina?! Che penserebbe sua madre? E che penserebbero i suoi colleghi? Suvvia, una persona così ammodo, Ernesto…”
“Anche questo è vero… D’altronde sono una persona ammodo, sì, ammodo è il termine esatto…  Allora guardi, potrei semplicemente dirle che quel telefono mi disturba e che potrebbe metterselo… in borsetta, magari in modalità silenziosa. Che dice, notaio, mi pare più da me come cosa, no?”
“Bravo Ernesto, visto che ha trovato da solo la risposta migliore?! Vada vada…”
!Click! E la porta opposta a quella da dove ero venuto si aprì dolcemente, accompagnandosi fino allo stipite.
Ero di nuovo nella prima stanza, la numero uno. La Gigliotta, come immaginavo, stava ancora accucciata sul divano a trastullare il telefono. E io da vero gentiluomo presi posto davanti a lei e le sciorinai dolcemente la frase appena detta al notaio.
Beh, volete sapere che rispose la maledetta??! Con tutta la freddezza che neppure in uno stabilimento dell’Algida potrete trovare, quella mi disse: “Guardi Maltagliato, non c’è scritto da nessuna parte che io debba serrare in borsa il telefono. Se proprio le dà fastidio può accomodarsi da un'altra parte, non è un problema mio.” E con questo per lei l’argomento era chiuso.
Non scherzo, stavo per schiaffeggiarla, verbalmente intendo! E l’avrei fatto se l’occhialuto non mi avesse di nuovo preso sottobraccio e riportato attraverso lo stesso cunicolo alla stanza numero tre!
Roba da non crederci. Stavo di nuovo a discutere con l’energumeno, che poi a dire il vero era quello che la capiva meglio di tutti.
“Che ti è successo adesso? Mi sa che quelli ti stanno prendendo in giro… Che t’ha detto la tipa in salottino?”
“Che m’ha detto? Vuoi proprio saperlo? Mi ha detto che il problema non è suo, e che me la posso metter via, il telefono lei lo usa come e quando le piace!”
“Vipera! Senti, se io fossi in te, le direi che non ha nessun diritto di fare affermazioni del genere, anzi, che se proprio vuole saperlo tu sei un avvocato, e che le farai causa, per disturbo della quiete pubblica! E che in ogni caso, lei è una maleducata di prim’ordine, indisponente e sfacciata! Che vada a imparare le buone maniere prima di muovere il culo fuori di casa!”
“Cazzo, mi hai tolto le parola di bocca! Vado!”
E così mi ritrovo davanti al notaio che: uno, si ricorda di chiamarmi Ernesto, solo; due, mette il solito disco e comincia a raccontarmi come sono davvero; tre, mi convince; quattro, mi congeda ammansito come una pecora.
E rieccomi alla uno.
“Allora signorina Gigliotti. Capisco alla perfezione la sua necessità di parlare col mondo intero e proprio per questo non le ho chiesto di spegnere il telefono, ma semplicemente di togliere la suoneria. Ecco, magari potrebbe pure lasciare la vibrazione, che forse le fa anche piacere, e così lei fa un passo verso di me e io ne faccio uno verso di lei. Che dice?”
Beh, che vi sembra? Lo so, lo so, mi sono lasciato un po’ prendere la mano dall’ironia, ma che ci posso fare, sono fatto così. Comunque sono stato accondiscendente. Assolutamente accondiscendente. Almeno è quello che penso io. E lei? La Gigliotta sapete che pensa, se pensa? Pensa, che sia stato troppo ironico. E mi dice che se faccio altre insinuazioni di questo tipo mi denuncia per molestie sessuali perché lei, lei sì è avvocato, e al telefono con mezzo mondo ci sta per lavoro. E che se sono avvocato pure io dovrei saperle certe cose, ma che pensa anche che proprio perché non so certe cose il mio telefono non squilla mai!
Ecco, la sto mandando a quel paese, e…. invece mi trovo alla tre, di nuovo.
L’energumeno mi guarda, ci siamo capiti.
Suono quel cazzo di campanello blindato (GlinGlon). Il notaio apre. Prima che riesca neanche a dire buongiorno lo sorpasso e con una spallata apro la porta che conduce alla uno. L’energumeno mi segue.
Ecco la Gigliotta. Alza lo sguardo e mi fissa con supponenza.
“Vaffanculo Gigliotta”, le dico, “fanculo tu e il tuo telefonino!”
E senza neppure attendere risposta, che tanto mica valeva la pena, imbocco la porta ed esco in strada. L’energumeno la sbatte, la porta, dietro di me, chiudendola in faccia alla professoressa.  Poi ci guardiamo, gli stringo la mano e andiamo assieme a farci una birra.
Ora ripensando a quanto accaduto mi viene da ridere.



Tutti i diritti sul testo sono riservati.

domenica 20 settembre 2015

Ultimi svolazzi d'estate

Ho sempre pensato che settembre fosse un bel mese. E questo settembre non fa che confermare questa convinzione. 
Le famose stagioni di mezzo sono le più poetiche e gradevoli. Un caldo amabile, giornate di sole, aria frizzante. Non sudi, e basta indossare un golfino la sera per stare bene. 
Godiamocela finché dura. E approfittiamone per indossare le ultime gonne di cotone da far svolazzare sulla pelle, prima di fasciare le gambe con pesanti calze invernali!



Vi svelo un segreto, l'espressione scocciata nella seconda foto è dovuta alla scenetta che stavo osservando...un bambino di cinque anni, che sarebbe il mio, che stava annaffiando un bambino di tre anni, mio pure quello.... :-/  

Gonna con elastico in vita reversibile.
Tessuti in cotone acquistati in un negozio locale. 

domenica 23 agosto 2015

Kaftano fatto di stelle

Cucito con amore per Franci in una sera piovosa di fine estate.



Versione quasi pronta per l'impacchettamento...manca solo il bottoncino...



Ed ecco Franci! Che soddisfazione...un grazie di cuore a Elisa che mi ha fornito segretamente le misure perfette! Kissssss.





Tessuto in batista di cotone acquistato sul sito  http://supercut.it/it/

lunedì 27 luglio 2015

Creatività all'aria aperta!

Che belli i raduni di menti creative! Nell'aria c'è musica, spensieratezza, chiacchiere allegre...
E si vedono sempre tante belle cose fatte a mano!!






martedì 21 luglio 2015

Più grande, più grande, sempre più grande

Ho scoperto che quando ingrandisci un cartamodello con la fotocopiatrice, non è sempre detto che la misura che ne esce sia proprio quella a cui tu stavi pensando....

Così, nel tentativo di fare un berretto per ragazzini di dieci dodici anni, mi son ritrovata con un bel modellino che mi calza perfettamente....  Quanto mi fa sentire adolescente.... ;-)



Ecco il blog dove ho recuperato il pattern gratuito per il berretto:



venerdì 17 luglio 2015

Una canotta fresca, una gonnellina di cotone e via...

.... lungo le passeggiate serali al mare, in città, al supermercato...ovunque il caldo ci perseguiti!

Ogni volta che mi metto a cucire imparo qualcosa di nuovo...dagli errori, ovviamente! :-) 
Oppure parto con l'intenzione di cucire una cosa fatta così così e così e poi, strada facendo, mi rendo conto che qualcosa non funziona, e, come per magia, sta uscendo qualcosa di diverso... 
Allora ogni tanto mi arrabbio, e ogni tanto mi entusiasmo per queste sorprese inaspettate. 
A volte, come in questo caso, faccio buon viso a cattivo gioco, e cucio oltre alla gonna anche una canotta da poterci abbinare.



Canotta creata con cartamodello ricavato da vecchia canotta di mia mamma. Tessuto acquistato da Supercut.it
Gonna semplice cucita con scampolo di un negozio locale.

mercoledì 8 luglio 2015

Stessa spiaggia, stesso mare....

....ma la borsa la voglio cambiare...

Oggi mi sento in vena di rime. 
E di borse. Eccone due di nuove. 
Una grande, anzi grandissima, per farci entrare tutto ciò che serve per stare in spiaggia un giorno intero, senza sosta...ma che dico, una settimana! :-)
Libri, panini, frutta, creme e asciugamani... con una taschina fatta a posta per esser riempita di conchiglie! Chi non cerca conchiglie in spiaggia? Io e i bimbi lo facciamo tutti i giorni, per tre settimane. Che gioia!

E poi l'altra piccolina, ma capiente... per la spesa, per un giro veloce in bicicletta, col golfino, una mela il quaderno e i colori. Per i fiori. 

Voi quale preferite?






domenica 28 giugno 2015

Il regalo più bello lo fai tu...

...con le tue mani. 

Vuoi mettere regalare qualcosa che trasuda minuti e minuti del tuo tempo, dedicato con affetto a una persona speciale?! Non c'è cosa migliore...o almeno lo spero! :-)

Ecco la mia prima borsa, sfornata di notte, dedicata a Katya. 

E visto che questo è un periodo di compleanni, aspettatevi altri regali!







Modello shopper sviluppato con misure legate agli scampoli di tessuto che avevo a disposizione.

Tessuto a fiori acquistato nello shop di Aina Crescimbeni
Tessuto a righe, bello resistente, acquistato da Ikea.

lunedì 15 giugno 2015

Cuci e indossa... terza puntata!

Grrrrrrrr.....odio i ritardatari....,  e stavolta sono in enorme ritardo!!! Anzi, oltre tempo massimo direi.
Ma il mare, il relax...e la mancanza del pc mi hanno tenuta bloccata per ben tre settimane. 

Così, di ritorno dalle vacanze, provvedo a dar seguito agli impegni presi e vi presento il pezzo numero tre del mio personale MeMadeMay'15...

Gonna a pieghe confezionata con scampolo di tessuto in cotone misto lino. Vi piace? E' la seconda che faccio. La prima che ho cucito era per mia sorella, in tessuto di seta camouflage. Come vedete, ci ho preso gusto! :-)



Cartamodello acquistato  on line sul sito http://www.cartamodelli-fashionatelier.it
Su youtube si trovano dei bellissimi video con tutte le fasi di realizzazione di questa gonna. L'ho trovato utilissimo! Ecco il primo della serie: https://www.youtube.com/watch?v=Cpqd_R5sa_s

mercoledì 20 maggio 2015

Un ghiacciolo per fare l'estate. Puntata n. 2

Rieccoci. Secondo "infornata" di ghiaccioli :-)

Stavolta alla fragola.

Stavolta davvero poco dolci, tanto che a me non son piaciuti molto.

Tommaso ovviamente se l'è mangiato di gusto.

Giovanni, arrivato a metà, me l'ha restituito asserendo che era troppo freddo.

Comunque il gusto fragola è da ripetere, magari aggiungendo più miele.

Ah, ecco, dovevo anche dirvi che la cremina di fragola frullata che ho avanzato, è stata riciclata come dessert post pranzo, servita in bicchierini. Niente male, niente male...








martedì 19 maggio 2015

Cuci e indossa....seconda puntata!

Rieccoci, con addosso una gonna fresca fresca di cucito. Adoro questo tessuto. Mi piacciono le onde, i pallini, i colori... Quindi, piuttosto di dovervi rinunciare ho cucito e scucito, cucito e scucito, finché quella che doveva essere una gonna arricciata si è trasformata in un grazioso tubino! :-)E chissà se sarà la versione definitiva...




Tessuto wax acquistato su etsy https://www.etsy.com/shop/ChilliPeppa

mercoledì 13 maggio 2015

Cuci e indossa!

Oggi direi che comincia il mio mese di maggio, che finirà ovviamente  il 13 di giugno! A quanto pare la scaramanzia non abita a casa mia!:-)

Sapete perché ho deciso di spostare in avanti il calendario?! Beh, ovvio,  per poter partecipare in sordina a questa bella iniziativa:



Da quando mi hanno regalato la macchina da cucire, non ho mai smesso di visitare blog di cucito e siti internet dove si vendono tessuti. Ci sono davvero delle brave manine in giro, in grado di cucire abiti, gonne, maglie davvero sfiziosi e con tessuti originali. Anch'io, anch'io voglio imparare, gridava una vocina dentro di me... E così, sprecando qualche tessuto, imparando strada facendo, qualcosa son riuscita a metter in piedi...o meglio, addosso! :-) 
Poi sul sito supercut.it ho trovato un articolo in cui si parlava di questa bella iniziativa. Chi vuol partecipare deve semplicemente prendersi l'impegno di indossare nel messe di maggio abiti fatti da sè. Bello, no? Non è una competizione, è uno stimolo a creare... Almeno io la vedo così. Ma creare un abito per ogni giorno, me la vedo dura...
Allora, diciamo che per quest'anno il mio impegno sarà settimanale. E' già una bella sfida! :-) Pronti, partenza, via!!!





Volete partecipare in lista coi ritardatari, o siete semplicemente curiosi di saperne di più?

Potete trovare tutte le informazioni qui:




P.S. Che foto orrende.....ecco un'altra cosa che in cui devo migliorare...anche se ovviamente una delle due per forza di cose non l'ho fatta io...

lunedì 11 maggio 2015

Due occhi grandi per vederci meglio...

Grazie Grazie Grazie alla mia super amica Francesca e al suo genio creativo! Kiss!

Finalmente sono arrivati i bigliettini da visita per midamu! A volte basta davvero poco per darsi un tono! Hahahahhaa....



Ditemi, quanto vi piacciono? ;-)

Design by Francesca C. (se avete bisogno di aiuto a livello grafico chiedete a lei, o meglio, chiedete a me di lei!)

Stampa fatta on line sul sito inglese http://uk.moo.com/it/ 
Fanno cose carinissime. Il sito è semplice da usare e sono veloci e affidabili!

sabato 9 maggio 2015

IL BRACCIALE PIU' BELLO DEL MONDO....E' IL MIO

Se l'avessi visto in qualche bancarella me ne sarei innamorata e l'avrei comprato.... 
Se qualcuno l'avesse acquistato per me in qualche negozietto di bigiotteria sarei stata molto felice per il bel regalino... 

Ma siccome il braccialetto più bello del mondo l'ha costruito con le sue manine il mio Tommaso, altro che blando innamoramento, altro che blanda felicità... sono super entusiasta e super commossa e super felice e posso ribadirvi con certezza che il IL BRACCIALE PIU' BELLO DEL MONDO....E' IL MIO! :-)

E non parliamo del cd musicale al quale era allegato....

Buona festa della mamma a tutte le brave belle e care mamme. A tutte, insomma.



venerdì 8 maggio 2015

Un ghiacciolo per fare l'estate. Puntata n.1

Facciamo l'estate! Anche perché in questi ultimi due giorni il caldo si è riaffacciato prepotentemente e un ghiacciolo è quel che ci vuole per rinfrescarsi!
Così,da buona sostenitrice del "facciotuttodame", mi pare giusto provare a produrre in economia anche i ghiaccioli! :-)
Che poi, bisogna dirlo, risultano di certo più sani di quelli super zuccherati che si comprano. Nei miei ho messo tre banane piccole, del succo di mela bio a occhio e due cucchiaini di miele d'acacia. Cremina deliziosa una volta frullata; stiamo a vedere il risultato ghiacciolo ghiacciato.




Perdonate vero la super tovaglina stropicciata prodotta fresca ieri sera al corso di cucito?! 
Il ferro da stiro stamattina distava troppo dai miei pensieri... ;-)

P.s. Gli stampini sono stati rigorosamente super voluti dai bambini durante visita lampo al negozio Ikea.

mercoledì 6 maggio 2015

Una banda di allegri compari...

...o solo un mucchietto di svitati? Per ora all'appello rispondono solo in due, ma già so che dovrò fare la gallina e pure il cane. Non resisto, li adoro. Così sbruffoni, così imperfettamente perfetti, si può dire vero?! ;-)


Ne volete uno?! Beh allora divertitevi a cucirlo da soli. 
oppure usate la vostra fantasia.

Se invece il cucito non fa per voi, venite a trovarmi al mercatino di Rua di Feletto, il secondo fine settimana di giungo, così potrete toccar con mano quanto è morbida l'imperfezione! :-) Vi aspetto!

giovedì 23 aprile 2015

mercoledì 22 aprile 2015

summer easy summer

Una gonna, una maglietta, gambe nude, sole e niente più! Che ci vuole per sentirsi belle d'estate!? :-)


Tessuto a righe preso da Supercut.
Tessuto a fiori preso in una merceria di paese.

Pattern inesistente :-) Queste gonne le ho sempre fatte basandomi sul girovita della fortunata destinataria! Ma chi volesse dettagli può scrivermi e spiego volentieri tutta la semplice procedura!
Chi invece volesse avere una gonna simile può scegliere con me i tessuti e fornirmi il suo...girovita! :-)

mercoledì 1 aprile 2015

Portacolori...da borsetta.

Chi ha bambini sa benissimo che senza giochi non si sopravvive al ristorane.... Qualche macchinina, alle volte azzardo il pongo, e, cosa che non manca mai, il rotolo di colori. 
E poi qualcuno si chiede perché le borse delle mamme sono sempre gonfie e pesanti....





Come potete vedere dallo stato in cui si trova quello che ho fatto per Tommaso e Giovanni è una cosa che noi usiamo molto. E questo devo dire mi fa piacere. W l'arte! :-)

Tessuti vari di Aina Crescimbeni casandersen.blogspot.it
Pattern....autoprodotto in svariati tentativi e continue modifiche. E' noioso far sempre le cose uguali! :-)

lunedì 30 marzo 2015

Caftani, caftani e ancora caftani....

Navigando in internet ho trovato un cartamodello molto carino per cucire un caftano. Beh, l'ho comprato! 
Ho sempre amato questo capo, sia per la sua praticità che per i bellissimi decori e tessuti usati nei paesi arabi che abbiamo visitato.
Così ho avviato la produzione, provando tessuti diversi, dal wax al batista di cotone stampato cashmere. E devo dire che, con livelli diversi di difficoltà, mi hanno dato tutti soddisfazione...quasi un peccato metterli in vendita. Che sia per questo che li ho confezionati tutti in taglia M...che sarebbe poi la mia! :-)




Tessuti acquistati su Etsy (il wax) e su Supercut.
Pattern su www.makeitperfect.com - shearwater kaftan